Per i nostri volontari il lavoro di squadra rappresenta la normalità…e allora abbiamo voluto scrivere un racconto a più voci della “nostra” Maratona di Roma, con le tante voci legate dal filo delle emozioni…
La mia Maratona l’ho vissuta in servizio, insieme ai volontari della zona partenza-arrivo; non avevo una postazione precisa e ho dato una mano dove serviva, poiché c’erano anche diverse persone alla prima esperienza. E’ stato bello vedere la loro tensione e la loro emozione, specie dei più giovani, ma anche infondere coraggio e rassicurazione. Ho incontrato diversi volontari della Associate ANPAS, ho visitato la sala operativa che gestiva gli interventi dei volontari durante la corsa, ho aspettato insieme ai volontari l’arrivo dell’ultima concorrente anziana ed è stato molto emozionante.
Insomma il Presidente c’è stato (Vincenzo Carlini, Presidente di Praesidium).
continua….
Quest’anno per me è stata la “Maratona delle emozioni” – infatti, ero al PMA (Posto Medico Avanzato) con i colleghi per il primo intervento ufficiale del settore Psicosociale. Di fronte a noi c’era una banda che suonava per i corridori e ci dava allegria. Tantissimi amici volontari erano sul percorso, ho cercato di vedere e salutare tutti e poi ci siamo incontrati all’arrivo. Per quanto riguarda il mio ruolo pochi interventi, ma interessanti e formativi. Il momento delle foto mi ha fatto sentire bene e ha reso ancora più chiaro il valore di “Essere Anpas” – ho visto un’Anpas Lazio forte e sempre più unita tra le associazioni e questo mi piace! (Kristian).
Un’esperienza bella ed emozionante, vedere la Maratona dal vivo. Emoziona guardare i disabili partecipare a un evento così grande e da’ soddisfazione vedere i gruppi uniti lavorare insieme (Maria).
Devo confessare che l’idea di fare la soccorritrice a piedi per la prima volta e nel mio primo servizio in Maratona come sanitario mi “spaventava” un po’; invece, è stato tutto molto semplice e per nostra fortuna senza interventi gravi. Altra novità era la postazione all’arrivo, che mi ha permesso di vivere le emozioni degli atleti che raggiungono il traguardo e l’obiettivo che si sono prefissati… le espressioni dei loro volti erano veramente emozionanti… le grida di gioia… l’inginocchiarsi a terra e fare il segno della croce in segno di ringraziamento…sono soddisfatta del servizio che, come ogni altro, mi arricchisce di esperienza. Quindi stanca… ma contenta (Laura).
Sveglia alle 5, neanche per andare a lavorare mi alzo così presto, pronti a uscire con l’ambulanza alle 6.30 insieme ai colleghi volontari. Per me è la sesta Maratona di Roma come volontario, questa come autista soccorritore di un’ambulanza lungo il percorso. Questa maratona la ricorderò per l’ansia; mi ha accompagnato per tutta la durata dell’evento. Sarà l’età che avanza o aumenta la consapevolezza della criticità del nostro ruolo di soccorritori volontari ? (Roberto)
È stata la mia prima Maratona e l’ho vissuta con emozione e apprensione: mi immaginavo tutte le cose che potevano succedere e mi chiedevo se sarei stata all’altezza della situazione… Poi pensavo che non ero sola, che il nostro è sempre un “lavoro” di squadra e conoscendo chi avevo intorno mi sono tranquillizzata! L’emozione e il piacere di esserci hanno superato la tensione e la paura e anche i due trasporti al pronto soccorso mi sono sembrati una consuetudine acquisita da tempo… mi sono immedesimata nei due atleti che abbiamo trasportato, ho cercato di capire come mi sarei sentita io nei loro panni e ho pensato che avrei voluto essere rassicurata e confortata – così ho fatto e loro mi hanno ringraziato… Fantastico! (Lorenza).
Quel “Soccorritore in ambulanza” scritto vicino al mio nome mi riempie di orgoglio e paura nello stesso tempo. “Ce la farò?” è la domanda che continuo a farmi fino all’ultimo, fino a quando non diventa “Ce l’ho fatta!!!!”… Come quei maratoneti, anche io ho tagliato un traguardo importante, ma non da sola, bensì con e grazie ai miei compagni di Praesidium (Patrizia Z.)