Domenica ore 8.30 presso il campo sportivo di Ciampino, Servizio Sanitario con Ambulanza come autista soccorritore. Comincia così la giornata del 22 maggio scorso, insieme a Patrizia (soccorritore) e Betty (Medico) all’evento Special Olympics (per maggiori informazioni sull’evento e sull’organizzazione visitate il sito www.specialolympics.it). La manifestazione sportiva è dedicata ad atleti con disabilità mentale, che in questa particolare occasione si sono cimentati tutto il giorno in tornei di calcetto e di bocce.
Con Special Olympics ero alla seconda esperienza; lo scorso anno in una manifestazione simile svoltasi in corso Vittorio a Roma, avevamo dato il nostro appoggio anche come “protezione civile”. In eventi di questo tipo, noi volontari spesso non abbiamo l’opportunità di cogliere la vera atmosfera che ci circonda e viverla a pieno poiché siamo “distratti” dall’attività di nostra responsabilità per la quale siamo chiamati ad intervenire. Il nostro livello di attenzione è quindi focalizzato sui diversi compiti assegnati. Quest’anno il tipo di servizio mi ha portato a diretto contatto con gli atleti partecipanti e ho avuto l’opportunità di percepire la loro straordinaria personalità. Non è stato facile all’inizio, specie per chi non è abituato ad interagire con questo tipo di disabilità; paura di non fare le cose giuste, di poter urtare la suscettibilità di persone che in fondo non hanno difese. Ma ci si rende conto che alla fine non è difficile, spesso è sufficiente ascoltarli e interagire, non chiedono altro e danno molto in cambio. La loro allegria ed entusiasmo qualche volta ti fanno dimenticare ed accantonare anche i tuoi problemi. Conversando e scherzando, scopri in ciascuno di loro una particolare dote, che un pò sorprende ma indubbiamente allieta. Scopri in questi ragazzi una grande voglia di affetto e di partecipazione attiva, una grande pazienza e rispetto per gli altri in attesa del proprio turno di gioco. Alla fine ti trovi a fare il tifo per ciascuno di loro e ti senti morire se assisti ad una prestazione un po’ al di sotto della media; vorresti essere invisibile per aiutarli a fare bella figura e far vincere tutti. E anche in questo caso ti danno un’altra lezione, loro sono comunque contenti e continuano a sorriderti, scherzano con te, si mettono in posa allegramente per la foto ricordo. Ti sorprendi a riflettere sull’importanza di questi eventi che consentono a questi atleti disabili di trascorrere una giornata diversa, a contatto di altra gente. Una giornata diversa loro non possono organizzarsela quando, come e dove vogliono, per proprio conto, ma dipendono da altri.
Faccio parte del volontariato di protezione civile da diversi anni, ho partecipato a parecchi servizi ed emergenze varie, tra cui quella più impegnativa del terremoto in Abruzzo nel 2009, ma questa esperienza mi ha lasciato la sensazione che l’attività che i tanti “colleghi” volontari svolgono con questi ragazzi abbiano un che di straordinario. La giornata è finita, ci si saluta e piano piano si va via tutti, io sicuramente con qualcosa di più.
Roberto