Terremoto Abruzzo – Ritorno alla normalità

A un mese dal sisma che ha colpito l’abruzzo proviamo a fare qualche considerazione sulla realtà vissuta in prima persona dalle persone sfollate.
Spesso, osservando le immagini che ci  vengono mostrate dai mezzi di informazione,  non ci rendiamo conto delle condizioni in cui si ritrovano a dover convivere tutti quelli che non possono rientrare immediatamente nella propria casa, perché distrutta o comunque inagibile.
Le immagini ci mostrano le tendopoli, i tendoni dove vengono somministrati i pasti o altri servizi di emergenza per soddisfare i bisogni primari delle persone. Ma come si vive in una tendopoli?


Le popolazioni che hanno avuto la casa distrutta dal terremoto, oltre le preoccupazioni di un futuro incerto, devono affrontare i disagi di una convivenza obbligata. Oltre la scomodità della sistemazione in tenda, sbalzati fuori dal proprio ambiente naturale, ci si trova costretti ad affrontare nuove abitudini: stretto contatto con altre persone più o meno simpatiche, privacy limitata, servizi sicuramente più scomodi rispetto a quelli a cui si era abituati nella pripria abitazione, la dipendenza da altri per alcuni servizi essenziali come il ad esempio il vitto. Non dimentichiamoci poi dell’aspetto climatico le zone colpite sono in zone prevalentemente montane e quindi il riparo dalle intemperie offerto dalla tenda non è paragonabile a quello normalmente offerto da una casa. Tutto ciò,  specie per le persone anziane, è motivo di disorientamento e nervosismo.
In questo scenario non è difficile immaginare quindi lo stress psicologico a cui sono sottoposte le persone colpite dal disastro che facilmente può determinare attriti. In questa situazione vale la pena ricordare che le iniziative tese al ripristino della normalità, a qualsiasi fine esse siano messe in atto, alleggeriscono tale  stress psicologico. La graduale riapertura delle attività (scuole, attività commerciali e artigianali, ecc..) e il diretto impiego degli ospiti delle tendopoli nelle attività di supporto alla vita comune può consentire alle persone di superare più facilmente queste difficoltà.
In questo contesto tra le altre attività prestate dalla nostra organizzazione nelle zone del sisma, si è inserita “l’insolita attività” di alcuni nostri volontari che oltre ad operare in attività tipiche di protezione civile, si sono impegnati in attività specifiche a beneficio degli ospiti più giovani.
Fin dalla prima settimana di emergenza infatti, Andrea ed Emanuela, si sono profusi in attività a beneficio di bambini e ragazzi. Hanno cercato di ottenere soprattutto spazi dedicati alle attività dei giovani e li hanno impegnati in attività ludiche e sportive per scuoterli dalle conseguenze che comunque la tragedia ha lasciato  e stimolare la loro  capacità di reazione. I risultati non si sono fatti attendere e infatti i nostri volontari (quando presenti nel campo) sono diventati un punto di riferimento per i ragazzi. Sono riusciti nel doppio intento di impegnare i ragazzi e i bambini in attività puntuali, in grado di ripristinare un certo ritmo alle loro attività e di stimolare la loro capacità propositiva e di assunzione di nuove “responsabilità”. Hanno cercato infatti di far assumere dai ragazzi più grandi “piccole responsabilità” in modo da coinvolgerli progressivamente nella “gestione” del loro campo.
Non abbiamo la pretesa di aver fatto un miracolo ma spesso i veri miracoli sono costituiti da tante piccoli risultati positivi. Ci auguriamo che questi piccoli risultati si moltiplichino e che gli ospiti delle tendopoli possano beneficiarne positivamente e migliorare, per quanto possibile, la loro qualità di vita. Ci sentiamo vicini agli Abruzzesi colpiti e di cui apprezziamo la nota tenacia che ci auguriamo sia loro di stimolo per superare nel migliore dei modi questo momento di grave difficoltà e per ricominciare.
A questo proposito, come esempio, ci  sentiamo di menzionare una  piccola azienda casearia adiacente il campo di Pizzoli, che nonostante le evidenti difficoltà, ha cercato, pur in condizioni difficili,  di mantenere in qualche modo in attività la loro azienda.
In occasione di una nostra visita per acquistare del formaggio (straordinario pecorino di tanti tipi diversi), abbiamo avuto la conferma delle qualità della gente d’Abruzzo.

   

Nonostante il grave momento siamo stati accolti con grande simpatia e disponibilità e grazie alla loro cortesia e pazienza abbiamo potuto visitare il loro impianto e capire come funziona il ciclo di produzione del pecorino (dal latte al formaggio, alla ricotta).Nella pacata compostezza e dignità degli addetti, nonostante il difficile momento, abbiamo percepito una grande voglia di reagire agli eventi avversi. A tutti i nostri amici abruzzesi va la nostra solidarietà.